#cappello gatto
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fellow-traveller · 2 years ago
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I think I finally finalised the design for that JoJo OC, Cappello Gatto I made, and his Stand Synkronized. I just need to think of colours tho...maybe next week. I still have some CDDH to finish  (゚ω゚;)
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I guess my biggest inspiration for his design is the band Jamiroquai. Since the Stand’s power is teleportation, I incorporated a compass in its design as well.
Now, this is the part I’m a little nervous about. Since I used Jamiroquai as the main inspiration, it’s blatantly obvious that I’m incorporating the stereotypical design of a Western version of “Red Indians” that the band used pretty extensively...and I’m aware it shows. And while it is amusing to kinda realise that I’m playing into the typical old school Western trope of cowboy vs Red Indian with Hol and Gatto as enemies, I can’t shake the feeling that I just did something bad. Racist, if you will. 
I’m not well versed with the opinions of others on this Western trope, so if it’s leaning on the negative, I’ll just slow down on drawing Gatto in the future.
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kakashi-fangirl-ita-blog · 25 days ago
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LAST CHAPTER OF THE FRUKTOBER 2024!! Thank to all the people who have read the chapters <3
THIS CHAPTER IS INSPIRED BY @ellmovy 'S FANART!!
"Le bugie hanno un cappello a punta e le orecchie da gatto"
Arthur si mise subito all’opera, mischiando ciò che aveva reperito nel calderone e pronunciando una formula che non aveva alcun senso. Francis tuttavia lo guardava seduto sul tavolo alle sue spalle in silenzio, interessato. Ovviamente, quando ebbe finito, non accadde nulla. Arthur aggrottò le folte sopracciglia, confuso. - Non capisco, dovrebbe funzionare! Francis invece capiva eccome, ma provava una strana sensazione nel vedere la delusione sul volto di Arthur. - Forse stai sbagliando qualcosa. Perché non riprovi? - gli suggerì.
Chapters: 31/31 "Halloween" Fandom: Hetalia (Anime & Manga) Rating: Mature Warnings: Graphic Depictions Of Violence Relationships: England/France (Hetalia) Characters: France (Hetalia), England (Hetalia) Additional Tags: One Shot Collection, One Shot, Hurt/Comfort, Angst, Romance, I've never participated to these kinds of challenges before help, I love FrUk Summary:
Una raccolta di one-shot scritte per l'evento FrUK-tober2024 organizzato da @imgigglesita su Tumblr (https://www.tumblr.com/imgigglesita) incentrate esclusivamente sulla coppia FrUK! A ogni giorno di ottobre il suo capitolo corrispondente. Non è necessario leggerli in ordine, trovate i titoli dei capitoli nell'elenco per leggere quelli che vi interessano di più. [Coppia principale: FrUK. Altre coppie che potrebbero comparire nei prossimi capitoli: Spamano, Gerita, USUK, altre] !!! Maybe I'll translate these one-shots in English but I still don't know !!!
Efp Fanfiction:
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AARGHH! https://www.youtube.com/watch?v=JRfuAukYTKg
LA REALTÀ È UN "CONTORNO" CHE AL GATTO PIACE? La realtà è un "contorno" che al gatto piace? Il gatto non vive una dimensione "altra" rispetto alla nostra. Il gatto è un giorno di sole quando era prevista la pioggia. Il gatto è scoperta. Il gatto è lontano da tutta la grammatica che serve per scrivere.
Il gatto non necessita di essere portato fuori per i suoi bisogni: e i gatti di colonia sono già autosufficienti. Quindi questo impegna solo relativamente? Se chiedo al mio cuore cosa faccia per amore, non penso che mi dica che si limiti al "minimo accettabile sindacale prescrivibile". Il gatto - che non è una medicina, ma mistero regalato all'umanità - fa della tolleranza il suo principio e della libertà la sua "mission" (missione mi piace di più: usare la nostra lingua è bello a prescindere).
La realtà (per dirla tutta) è fatta anche di gatti che si allontanano, di gatti che non possono più stare con il compagno umano, di gatti incidentati per i quali si fa di tutto per ristabilire l'equilibrio di ferite del corpo e dell'anima felina (sul fatto che il gatto abbia un'anima, il rischio è di offendere qualcuno… ma è solo un mio soggettivo pensiero).
Ultimamente amplificano se stesse, e si fanno sempre più strada, le parole come: "empatia; inclusione; resilienza e tolleranza", che solletica - ancor più - il concetto dell' "accoglienza", in senso sia lato sia stretto.
Vuoi un essere speciale? Lo pensi incapace di far del male? Credi nei rapporti simbiotici? Credi che la natura che ama sappia anche lasciarti i tuoi spazi? Pensi che sia un sogno? Che abbia parlato di un essere immaginario? Che la bontà esista solo in una concezione di santità legata a pochissimi? Beh, sì… io non sono un santo. Ma, se esiste un concetto profondo d'etica, che suggerisce alla natura uomo di non insuperbirsi, quest'ultima cosa fa uscire dal cappello delle cose straordinariamente belle? Eh sì, proprio loro… i gatti. E i gatti hanno subito scelto la via dell'amore verso l'uomo. È bello l'impegno umano che - vedendo i gatti - resta estasiato di fronte a questo capolavoro di bellezza e di amore naturale. Un mondo senza gatti è pensabile?
Vi provoco… allora si può pensare che il mondo possa vivere senza che ci sia l'amore?! Il gatto non ha solo migliorato la mia natura imperfetta; il gatto, i gatti mi fanno dire che c'è una natura che ci osserva e verso la quale il senso di responsabilità dev'essere alto, altissimo… infinito. Vedere l'acqua nel deserto rimanda al senso della vita, là dove pare che non possa esistere. Il gatto è l'acqua sempre, ovunque, comunque. Il gatto è l'oceano che separa i "continenti delle contraddizioni".
Essere razionali per spiegare… che essere gatto per amare - disinteressatamente - vuol dire, innanzitutto, che il bene - di per sé - non abbisogna mai di giustificarsi. C'è, e si chiama felino, e si chiama gatto, e si dice amico dell'uomo… e si vede che ci ama senza che nessuno lo obblighi a farlo! E questo resta il mistero che mai svelerò. Se il gatto mi dicesse i suoi segreti, io fermerei all'istante il mio pensiero e la mia penna, che vorrebbe tentare di tradurre il mistero.
Tradurre l'Amore gatto equivarrebbe a svelare il segreto intimo che genera la Vita, ogni Vita nella sua capacità di sapersi donare, senza chiedere nulla in cambio, al di là di ciò che sostiene e alimenta la Vita: (l'amore; il cibo; il gioco; lo scambio). Si cerchi di non tradire mai la natura del gatto, perché, così incredibilmente perfetta, buona e mansueta, in un candore che non adduce spiegazioni razionali… c'è: nell'essenza della bellezza della Vita quand'è - insieme - gioia, grandezza e mistero.
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canesenzafissadimora · 2 months ago
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Ma tu dove hai casa adesso esattamente?
Ogni volta che qualcuno mi fa questa domanda non so mai cosa dire. È quell'avverbio – "esattamente" – che mi ammutolisce, e non solo perché io una casa esattamente non ce l'ho, ma anche perché non sono sicura che la casa rientri nel novero delle realtà esatte.
Se per casa si intende il posto in cui arrivano le multe dell'auto, in cui faccio le lavatrici e in cui il gatto mi riconosce, allora casa mia è Cabras, è Torino, è Roma. Se invece per casa si intende quell'approdo da dove anche chi parte per mille destinazioni ha la tendenza segreta a ritornare, allora l'esattezza va del tutto a farsi benedire e subentra la molteplicità, la sovrapposizione, l'abbraccio tentacolare di mille familiarità.
Perché casa mia è una donna con un rossetto da ragazza che sforna una torta al cioccolato prima di uscire con me, ancora profumata di lievito e vaniglia. È una signora di settant'anni che scova in un armadio un caftano mai messo e se lo infila, perché crede che di feste nella vita gliene spettino ancora. È un gruppo di whatsapp dal titolo surreale che mi regala leggerezza proprio quando il mondo fa di tutto per portarmi a fondo.
Casa mia è un treno che si ferma a Oristano e la donna che scende col cappello rosso lo fa per me. È un amico timido che mi manda sms preziosi, perché un “ti voglio bene” così vero si può confessare solo se non lo sente nemmeno chi lo dice. È una coppia di amici in moto che viaggia verso il mare di notte per fare un bagno con te, nudi come trent'anni fa, lasciando a casa figlie, nipoti e cane.
Casa mia è un fratello capace di prendere in mano il posto che si è divorato la sua adolescenza e trasformarlo nel giardino in cui far fiorire le piante grasse, la sua maturità e i sogni dei suoi figli. È una bambina bionda che mi si addormenta addosso perché non conosce altri modi di dirmi che per lei io sono un luogo sicuro. È la chiave di un appartamento dove un gatto grigio può decidere che, in assenza dei padroni, nel letto gli vado bene pure io.
Casa mia è un amico che ride e canta gli U2 a squarciagola al mio fianco mentre corriamo brilli per le strade della Marmilla. È una donna che sa insegnare alla sua bimba che crescere significa anche accettare di essere misurate da chi ti ama. E' una scritta temeraria col gessetto lasciata di nascosto su una lavagna da una mano che aveva fretta, ma il tempo per quello l'ha trovato.
Soprattutto è l'uomo amato che si sveglia in un'alba di Salisburgo e sa che la sua casa ovunque resto io.
Non c'è niente di esatto in tutto questo ed è meglio così.
Infatti non è utile che mi chiediate dove ho casa.
Io so dire solo in chi.
Michela Murgia
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fantasticazioni · 1 year ago
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“Ma tu dove hai casa adesso esattamente?”
Ogni volta che qualcuno mi fa questa domanda non so mai cosa dire. È quell'avverbio – "esattamente" – che mi ammutolisce, e non solo perché io una casa esattamente non ce l'ho, ma anche perché non sono sicura che la casa rientri nel novero delle realtà esatte.
Se per casa si intende il posto in cui arrivano le multe dell'auto, in cui faccio le lavatrici e in cui il gatto mi riconosce, allora casa mia è Cabras, è Torino, è Roma. Se invece per casa si intende quell'approdo da dove anche chi parte per mille destinazioni ha la tendenza segreta a ritornare, allora l'esattezza va del tutto a farsi benedire e subentra la molteplicità, la sovrapposizione, l'abbraccio tentacolare di mille familiarità.
Perché casa mia è una donna con un rossetto da ragazza che sforna una torta al cioccolato prima di uscire con me, ancora profumata di lievito e vaniglia. È una signora di settant'anni che scova in un armadio un caftano mai messo e se lo infila, perché crede che di feste nella vita gliene spettino ancora. È un gruppo di whatsapp dal titolo surreale che mi regala leggerezza proprio quando il mondo fa di tutto per portarmi a fondo.
Casa mia è un treno che si ferma a Oristano e la donna che scende col cappello rosso lo fa per me. È un amico timido che mi manda sms preziosi, perché un “ti voglio bene” così vero si può confessare solo se non lo sente nemmeno chi lo dice. È una coppia di amici in moto che viaggia verso il mare di notte per fare un bagno con te, nudi come trent'anni fa, lasciando a casa figlie, nipoti e cane.
Casa mia è un fratello capace di prendere in mano il posto che si è divorato la sua adolescenza e trasformarlo nel giardino in cui far fiorire le piante grasse, la sua maturità e i sogni dei suoi figli. È una bambina bionda che mi si addormenta addosso perché non conosce altri modi di dirmi che per lei io sono un luogo sicuro. È la chiave di un appartamento dove un gatto grigio può decidere che, in assenza dei padroni, nel letto gli vado bene pure io.
Casa mia è un amico che ride e canta gli U2 a squarciagola al mio fianco mentre corriamo brilli per le strade della Marmilla. È una donna che sa insegnare alla sua bimba che crescere significa anche accettare di essere misurate da chi ti ama. E' una scritta temeraria col gessetto lasciata di nascosto su una lavagna da una mano che aveva fretta, ma il tempo per quello l'ha trovato.
Soprattutto è l'uomo amato che si sveglia in un'alba di Salisburgo e sa che la sua casa ovunque resto io.
Non c'è niente di esatto in tutto questo ed è meglio così.
Infatti non è utile che mi chiediate dove ho casa.
Io so dire solo in chi.
Michela Murgia
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tergestin · 1 year ago
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Secondo una leggenda, la storia dei Puffi non sarebbe proprio come la raccontano libri e cartoni animanti.
Infatti Gargamella, secondo questa versione, non è davvero il cattivo della storia: era un prete di tonaca nera, vissuto fra dodicesimo e tredicesimo secolo, che viveva in una chiesa.
Il suo gatto invece si chiamerebbe Birba in onore dell'angelo della morte e seguiva Gargamella per proteggerlo dal male.
E i puffi? Tanto simpatici e coccolosi nelle storie per bambini, in realtà rappresenterebbero i peccati capitali:
Golosone, appunto per i golosi, Brontolone per la rabbia, Vanitoso per la vanità, Dormiglione per la pigrizia, Filosofo per la superbia e Puffetta per la lussuria.
Papà Puffo, per il suo cappello rosso, sarebbe il "capo" di tutti i peccati capitali: il diavolo.
I Puffi erano spiriti maligni della foresta che comparivano solo con la luna piena per rubare l'anima ai bambini e le loro sembianze carine sarebbero, appunto, per ingannarli.
Non ci si può fidare neanche dei Puffi, ma pensa te.
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susieporta · 1 year ago
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“Ma tu dove hai casa adesso esattamente?”
Ogni volta che qualcuno mi fa questa domanda non so mai cosa dire. È quell'avverbio – "esattamente" – che mi ammutolisce, e non solo perché io una casa esattamente non ce l'ho, ma anche perché non sono sicura che la casa rientri nel novero delle realtà esatte.
Se per casa si intende il posto in cui arrivano le multe dell'auto, in cui faccio le lavatrici e in cui il gatto mi riconosce, allora casa mia è Cabras, è Torino, è Roma. Se invece per casa si intende quell'approdo da dove anche chi parte per mille destinazioni ha la tendenza segreta a ritornare, allora l'esattezza va del tutto a farsi benedire e subentra la molteplicità, la sovrapposizione, l'abbraccio tentacolare di mille familiarità.
Perché casa mia è una donna con un rossetto da ragazza che sforna una torta al cioccolato prima di uscire con me, ancora profumata di lievito e vaniglia. È una signora di settant'anni che scova in un armadio un caftano mai messo e se lo infila, perché crede che di feste nella vita gliene spettino ancora. È un gruppo di whatsapp dal titolo surreale che mi regala leggerezza proprio quando il mondo fa di tutto per portarmi a fondo.
Casa mia è un treno che si ferma a Oristano e la donna che scende col cappello rosso lo fa per me. È un amico timido che mi manda sms preziosi, perché un “ti voglio bene” così vero si può confessare solo se non lo sente nemmeno chi lo dice. È una coppia di amici in moto che viaggia verso il mare di notte per fare un bagno con te, nudi come trent'anni fa, lasciando a casa figlie, nipoti e cane.
Casa mia è un fratello capace di prendere in mano il posto che si è divorato la sua adolescenza e trasformarlo nel giardino in cui far fiorire le piante grasse, la sua maturità e i sogni dei suoi figli. È una bambina bionda che mi si addormenta addosso perché non conosce altri modi di dirmi che per lei io sono un luogo sicuro. È la chiave di un appartamento dove un gatto grigio può decidere che, in assenza dei padroni, nel letto gli vado bene pure io.
Casa mia è un amico che ride e canta gli U2 a squarciagola al mio fianco mentre corriamo brilli per le strade della Marmilla. È una donna che sa insegnare alla sua bimba che crescere significa anche accettare di essere misurate da chi ti ama. E' una scritta temeraria col gessetto lasciata di nascosto su una lavagna da una mano che aveva fretta, ma il tempo per quello l'ha trovato.
Soprattutto è l'uomo amato che si sveglia in un'alba di Salisburgo e sa che la sua casa ovunque resto io.
Non c'è niente di esatto in tutto questo ed è meglio così.
Infatti non è utile che mi chiediate dove ho casa.
Io so dire solo in chi.
Michela Murgia, post dell' 11 agosto 2016
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errantepagina69 · 7 months ago
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George Orwell (1984)
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Era un luogo oscuro, sporco e triste, dove quasi nessuno aveva abbastanza da mangiare e dove centinaia e migliaia di persone non portavano le scarpe e non avevano un tetto sotto cui dormire. Bambini non più grandi di voi dovevano lavorare dodici ore al giorno per padroni crudeli che li frustavano col nerbo se li vedevano lavorare troppo lentamente, e da mangiare non gli davano altro che pane duro e acqua. In mezzo a tutta questa povertà c'erano solo poche case grandi e bellissime abitate da ricchi uomini che avevano almeno trenta servitori a prendersi cura di loro. Questi uomini ricchi erano chiamati capitalisti. Erano uomini grassi, brutti, con le facce cattive, come quello nella fotografia nella pagina di fianco. Potete vedere che è vestito con una lunga giacca nera chiamata redingote e un bizzarro cappello lucido a forma di tubo della stufa che veniva chiamato cilindro. Questa era l'uniforme dei capitalisti, e a nessun altro era concesso indossarla. I capitalisti possedevano tutto quello che esisteva al mondo e tutti gli altri erano loro schiavi. Possedevano tutte le terre, tutte le case, tutte le fabbriche e tutti i soldi. Chiunque disobbediva sarebbe finito in prigione, oppure potevano togliergli il lavoro e farlo morire di fame. Se una persona comune parlava con un capitalista, doveva essere servile e inchinarsi e togliersi il cappello e chiamarlo "Signore". Il capo di tutti i capitalisti era chiamato Re, e .....
Ma sapeva come andava a finire tutto il resto. Avrebbero parlato dei vescovi con le loro camicie in batista, i giudici con le loro toghe di ermellino, la gogna, i ceppi, la mola da tortura, il gatto a nove code, il Banchetto del Signor Sindaco e la pratica di baciare i piedi del Papa. C'era anche qualcosa chiamato JUS PRIMAE NOCTIS, di cui forse non si parlava nel libro per bambini. Era la legge per cui ogni capitalista poteva andare a letto con qualsiasi donna che lavorava nelle sue fabbriche. TUTO ESSERE vero che l'umano medio stava meglio adesso che prima della rivoluzione.
Prima uscita: 8 giugno 1949 Editore: Mondadori Pagine: 321
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daniela--anna · 1 year ago
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#SapiensCat
"Little Girl and Her Cat" (colorized here, with remodulated speed) is the first video in the world to portray a cat.
The short black and white film, created by Louis Lumière, dates back to 1899. It lasts about 50 seconds and documents a scene of everyday life: a little girl wearing a wide-brimmed hat is sitting on a high chair in the garden and giving food to a large, long-haired black cat, which can be seen moving and jumping.
📚 Source
🧠Sapiens³
#SapiensCat
"Bambina e il suo gatto" (qui colorizzato, con velocità rimodulata) è il primo video al mondo a ritrarre un gatto.
Il breve filmato in bianco e nero, ad opera di Louis Lumière, risale al 1899. Dura circa 50 secondi e documenta una scena di vita quotidiana: una bambina con indosso un cappello a tesa larga è seduta su un seggiolone in giardino e dà da mangiare ad un grosso gatto nero a pelo lungo, che si vede muoversi e saltare.
📚 Fonte🧠Sapiens³
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gcorvetti · 1 year ago
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Monday what else?
7:15 gatto rompi palle, 7:30 sveglia del telefono della mia compagna che però spegne il tel e torna a dormire, ma io ho perso il sonno e quindi mi alzo e preparo il caffè. Alle 8 lei viene in cucina e mi comunica che dovrei spostare il carrello, ieri hanno portato il legno, allora mi prendo di coraggio mi butto su giubbotto, cappello e guanti e sposto sto trabiccolo, fuori c'è 1° scarso, la brina è congelata sull'auto, nell'erba del giardino e sulle foglie degli alberi, le nuvole si muovo veloci e minacciano sorridenti, sembrano dire "Preparati che nevicherà presto", lo sapevo già perché quando l'estate è inesistente l'inverno arriva prima. In tutto questo apro il pc e guardo le notizie, tutti a puntare il dito contro Hamas e i palestinesi dopo l'attacco di un paio di giorni fa, mentre per più di 70 anni israele ha massacrato i palestinesi e nessuno dice niente di quella invasione illegale, poliziotti che picchiano e arrestano bambini di 10 anni basterebbe questo per mandarli all'inferno, ma non è questo il discorso che voglio fare oggi, questo schifo è colpa dei soliti noti. Passo quindi sui social irritato vedo che su FB molti parlano della stessa cosa, che palle, poi vedo un post di un contatto, un musicista anche lui one-man band ma più verso il punk, allora apro il link e WOW un documentario sulla scena Punk a China town, dura quasi un'ora ma si dai, adoro i documentari musicali dove ci sono le interviste alle persone che erano li in quel momento, a quelli che hanno creato qualcosa che è restato indelebile nella storia della musica, ma posto il link in fondo così potete constatare voi stessi se avete tempo (naturalmente è in inglese). Adoro il Punk perché come genere ha dato una scossa al mondo, l'ultimo vero movimento cultural-musicale poi il vuoto, lo so molti dicono che il grunge è stato il punk degli anni 80/90 ma anche no, i motivi sono vari, a differenza del punk che si diffuse a macchia d'olio nell'occidente come genere rivoluzionario e di protesta contro il sistema, il punk diede inizio anche al DIY (do it yourself, oramai un must) perché molti musicisti di quel periodo non avevano l'educazione musicale di quelli precedenti, se si pensa che il punk ha ucciso il progressive rock si capisce perfettamente che la tendenza dei super musicisti era finita anche se non del tutto. Ma il punk era politicamente scorretto, ma non solo per gli attacchi diretti al sistema, democratico o monarchico, ma anche a livello sociale i ragazzi erano visibilmente anticonformisti e al dire dei conformisti vestiti in modo terribile, certo è bello essere vestiti come un manichino dei grandi magazzini e tutti uguali eh? Ma c'è molto di più dietro il punk, c'è la ribellione di una generazione a cui i dogmi di una società non solo stanno stretti ma non piacciono, se si pensa che è nato negli stati uniti e non in UK come si pensa con i Sex Pistols che quando iniziarono la loro carriera i Ramones erano già al terzo album, c'era il malcontento di quella porzione di popolazione giovane che non gradiva l'omologazione, il conformismo, il 9to5 (lavoro d'ufficio) e tutto quello che la società americana imponeva se si voleva fare una vita agiata e senza problemi, un pò quello che abbiamo ora in tutto il nostro bel mondo marrone occidentale, solo che in quel periodo, più o meno dalla metà degli anni 70, le voci che contrastavano il sistema erano un numero alto e gridavano forte anche e soprattutto attraverso la musica, quindi il punk come il rock'n'roll negli anni 50 era uno stile di vita e non soltanto un genere musicale. Sappiamo che ci sono band punk in ogni decade, che hanno raggiunto un successo mainstream intendo, ma essendo appunto famosi il genere si è come dire ammorbidito o adattato alle esigenze di giovani ribelli ma non troppo, di quelli che dicono "Si ascoltavo punk ma poi sono cresciuto", l'ho sentito anche del rock, del metal e di tutti quei generi che oramai sono così smussati che spesso mi sembra di vedere i manichini dei grandi magazzini suonare.
Non dico che oramai la musica ribelle è stata rabbonita dal sistema per evitare ribellioni dei giovani perché risulterei complottista, ma è così, lo sdoganamento e i dogmi hanno fatto si che la musica nel tempo ha perso la sua forza rivoluzionaria, forse nei paesi in via di sviluppo è ancora viva quella scintilla che da ai giovani la forza di andare contro il potere, mentre nel nostro occidente civilizzato chi fa musica vuole solo guadagnare soldi, non tutti come giusto che sia, ma se parli con un giovane musicista difficilmente ti dirà "Faccio punk perché odio il sistema e lo combatto". I tempi sono cambiati e anche il sistema è cambiato, bisognerebbe ribellarsi e gridare comunque NO FUTURE, ma dovrebbero essere i giovani non io che ho quasi 51 anni, ma han trovato il sistema per evitare di essere criticati aspramente, inutile che vi dica quale lo sapete. Con questo non voglio dire che tutti i giovani sono amminchiati e non si ribellano ad un sistema che per com'è sta distruggendo il mondo, ma se ne guardano bene dal disobbedire perché sanno che gli verrebbe negato lo status di "brava persona", personalmente me ne fotto dello status di normale, visto che la normalità è stata inventata da persone prive di fantasia (Alda Merini). Potrei continuare a libitum sul sistema sul fatto che non ci si ribella ecc ecc, ma tanto è solo un discorso come un altro oramai, giusto per iniziare la settimana bene dai 😁​
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fellow-traveller · 2 years ago
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Okay, this is purely an expansion of my JoJo OC - Il Gatto - and his world as a thief. Expanding his backstory is gonna be the death of me hence why I held back from talking more about this idiot.
But wth. I guess it's better to share it now than let it gather cobwebs at the back of my head.
So, Il Gatto is part of a gang unrelated to Passione (I don't have a name for them yet). Their modus operandi ranged from petty thefts on unsuspecting tourists, to robbing stores and banks. There are 6 people in it, including Il Gatto.
Each of them are Stand users, obviously. I have a rough image of how they'd look like but that'll be for another post, I think. Neither had a name yet, not even a Stand name...except one I've already contemplated about.
First, there are these twins. One girl, one boy. Probably about 10-12yo. I was thinking the girl has a Stand ability that could change a human into any animals she wished, and vice versa. She can also select only a limb to change, like changing a human arm into a lobster's claw...you get the idea. Useful for misdirections. She's cheeky, playful, a bit clumsy and likes to toy with her victims. I personally made her solely to change Coco Jumbo into a human temporarily to include a Stand-less Polnareff into this version of HoHo's Bizarre Adventure.
As for her twin, he's more quiet, stoic and calculative. I was thinking that his powers would be something like Khnum and Matte Kudasai combined. The people and animals his Stand touches will change into something similar but not quite. However, the ability doesn't work on him. Useful for recon and also misdirections.
I also have another guy, about Il Gatto's age, who's more reserved and timid. I'm not sure yet if I want him as Il Gatto's childhood friend or not. His Stand is an obscure one. It manipulates a confined space he is in (like a room or a in a car) and changes everything according to his will. It's much like Tenore Sax, except that the small range and time window are compensated by how much it can manipulate the room. It can even manipulate the air, the temperature, the electricity and water that goes through it, almost anything, really. Great for deception when running a heist.
Then, I got one mommy older lady, probably in her late 30s, who's the second-in-command of the team. She takes care of the younger ones, basically. Now this is the character I sort of established a bit more. It might not be a great idea, but I gave her the von Stroheim surname. She's a huge, strong gal with a Stand called Feuer Frei, a Stand with the ability to take a piece of anything, living or not, and propel it like bullets. Bigger ones will work like bazookas. Great ability to have when in a shootout.
The last one is the leader. A man in his 40s, with years of experience in heists and robberies. He and the Stroheim lady go way back, in their own mafia organisation, but Passione came in and practically bulldozed their gang to the ground. I haven't establish what his Stand is yet, so I'm keeping him a mystery for now.
...
Sounds like I just wrote the plot of a new JoJo spin-off. Now you know why I don't wanna expand on Il Gatto's story before this...I'd get overboard...
But, yeah, if I have the time, I'll try to get a drawing of the team out.
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gatto19 · 2 years ago
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Artista dell’uncinetto crea originali cappelli per gatti ispirati a figure leggendarie (22 foto)
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ilgattonero · 2 years ago
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Z. è una persona molto caotica con i regali. E io un po' ci rimango male.
Questa volta nel pacco ho trovato (ordino dal peggiore al migliore, secondo me):
1 pacco da dieci mascherine scaduto da più di sei mesi {difficile pensare che Z non lo sapesse; mi ha fatto rimanere parecchio male; della serie io non le voglio mettere perché sono scadute ma non le voglio buttare quindi le regalo}
2 maschere di bellezza da mettere sugli occhi, scadute {si beccano la pole position perché io non uso maschere di bellezza, senza contare che sarebbero potute essere pericolose visto che sono scadute...}
1 pupazzetto a forma di pinguino malconcio e sporco {qui vorrei solo dire, se compri a pochi centesimi un peluche dalla Cina che cosa ti aspetti? Perlomeno tienitelo per te e non regalarlo, si vede che è sporco e in un peluche questa cosa è proprio repulsiva, ovviamente dovrò buttarlo (non è solo sporco ha proprio un aspetto terribile); apprezzo però che si ricordi che mi piacciono i peluche (spero)}
2 cappelli terribili {di uno non so nemmeno come si chiami quella forma, ma ecco, non mi piace proprio, ed è anche quello preso a pochi centesimi dalla Cina; terribili materiali e fattura scadente; l'altro è un cappello con il frontino tutto dorato, sembra da gangster. Questi due vedrò di darli a qualcuno a cui possono piacere}
16 bustine di infuso a freddo dell'angelica gusto ananas e passion contenute in un guanto di plastica trasparente (probabilmente quello del supermercato) [come forse chi ha assaggiato gli infusi a freddo dell'angelica sa, dal packaging sembrano promettenti, ma, ecco, hanno un pessimo sapore; anche Z. deve averlo riscontrato, e per questo mi ha mandato 16 bustine su 18, le due mancanti sono quelle che ha provato insieme alla sorella o ad un amica/o;
12 francobolli con raffigurato del cibo {detto mille volte che a me non piacciono le cose raffiguranti cibo e che mi mettono ansia, niente};
6 cartoline raffiguranti dei fiori {ahhhh, è la terza volta; e gli avevo pure detto che non mi piacciono; probabilmente ne ha comprate una cinquantina in blocco e deve liberarsene
1 maglietta con disegnato un gatto {aka l'unica cosa che gli avevo "chiesto", però me l'ha presa del colore diverso, ma pazienza, almeno su una cosa mi ha ascoltata}
1 portachiavi del mio gatto {super apprezzato}
#z
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canesenzafissadimora · 1 year ago
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“Ma tu dove hai casa adesso esattamente?”
Ogni volta che qualcuno mi fa questa domanda non so mai cosa dire. È quell'avverbio – "esattamente" – che mi ammutolisce, e non solo perché io una casa esattamente non ce l'ho, ma anche perché non sono sicura che la casa rientri nel novero delle realtà esatte.
Se per casa si intende il posto in cui arrivano le multe dell'auto, in cui faccio le lavatrici e in cui il gatto mi riconosce, allora casa mia è Cabras, è Torino, è Roma. Se invece per casa si intende quell'approdo da dove anche chi parte per mille destinazioni ha la tendenza segreta a ritornare, allora l'esattezza va del tutto a farsi benedire e subentra la molteplicità, la sovrapposizione, l'abbraccio tentacolare di mille familiarità.
Perché casa mia è una donna con un rossetto da ragazza che sforna una torta al cioccolato prima di uscire con me, ancora profumata di lievito e vaniglia. È una signora di settant'anni che scova in un armadio un caftano mai messo e se lo infila, perché crede che di feste nella vita gliene spettino ancora. È un gruppo di whatsapp dal titolo surreale che mi regala leggerezza proprio quando il mondo fa di tutto per portarmi a fondo.
Casa mia è un treno che si ferma a Oristano e la donna che scende col cappello rosso lo fa per me. È un amico timido che mi manda sms preziosi, perché un “ti voglio bene” così vero si può confessare solo se non lo sente nemmeno chi lo dice. È una coppia di amici in moto che viaggia verso il mare di notte per fare un bagno con te, nudi come trent'anni fa, lasciando a casa figlie, nipoti e cane.
Casa mia è un fratello capace di prendere in mano il posto che si è divorato la sua adolescenza e trasformarlo nel giardino in cui far fiorire le piante grasse, la sua maturità e i sogni dei suoi figli. È una bambina bionda che mi si addormenta addosso perché non conosce altri modi di dirmi che per lei io sono un luogo sicuro. È la chiave di un appartamento dove un gatto grigio può decidere che, in assenza dei padroni, nel letto gli vado bene pure io.
Casa mia è un amico che ride e canta gli U2 a squarciagola al mio fianco mentre corriamo brilli per le strade della Marmilla. È una donna che sa insegnare alla sua bimba che crescere significa anche accettare di essere misurate da chi ti ama. E' una scritta temeraria col gessetto lasciata di nascosto su una lavagna da una mano che aveva fretta, ma il tempo per quello l'ha trovato.
Soprattutto è l'uomo amato che si sveglia in un'alba di Salisburgo e sa che la sua casa ovunque resto io.
Non c'è niente di esatto in tutto questo ed è meglio così.
Infatti non è utile che mi chiediate dove ho casa.
Io so dire solo in chi.
Michela Murgia, post dell' 11 agosto 2016
da una pagina fb
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everythingtoony · 2 years ago
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Cat is 100% able to speak a lot of languages. French, spanish, and german. I also feel like he’d be able to speak italian!!
cuz in Cat, Hat he says the words Cat, Hat in different languages.
Chat, chapeau (french) El gato in a sombrero (spanish) katze und dies ist mein hut.(german)
HONESTLY THO IF HE WERE TO DO ANYTHING IN ITALIAN IT WOULD HAVE A NICE RING TO IT
It’d be gatto, cappello
JUST THINK OF HOW COOL THAT WOULD BE
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sayitaliano · 3 years ago
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Halloween Italian Vocabulary
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(tw: "fake blood" and "candies/sweets" translation) -English alphabetical order-
alien - l'alieno, l'extraterrestre bat - il pipistrello black cat - il gatto nero broom - la scopa candie, sweets - le caramelle, i dolci, i dolciumi candy bag - il sacchetto dei dolci / dei dolciumi cauldron - il calderone coffin - la bara convict - il galeotto costume - il costume devil - il diavolo Dracula - Dracula evil fairy - la fata cattiva fake blood - il sangue finto fangs - le zanne Frankenstein - Frankenstein ghost - il fantasma, lo spettro gravestone, tombstone - la pietra tombale, la lapide graveyard, cemetery - il cimitero Halloween - Halloween haunted house - la casa infestata horror movie - il film dell'orrore, il film horror jack-o'-lantern - la zucca di Halloween mask - la maschera monster - il mostro mummy - la mummia night - la notte owl - il gufo pirate - il pirata potion - la pozione pumpkin - la zucca scarecrow - lo spaventapasseri skeleton - lo scheletro skull - il teschio spider - il ragno spiderweb, cobweb - la ragnatela trick or treat - dolcetto o scherzetto tree - l'albero, la pianta vampire - il vampiro werewolf - il lupo mannaro witch - la strega witch hat - il cappello da strega wizard - lo stregone, il mago zombie - lo zombie
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